Presentazione biblioteche

L'Anglona e il suo territorio. Vista panoramica dal Castello di Chiaramonti -  Foto di Andrea Brianda

Il Sistema bibliotecario dell'Unione dei Comuni dell'Anglona e della Bassa valle del Coghinas (Sbangl), si è formato nel 2010, grazie all'associazione dei Comuni di Erula, Laerru, Martis, Perfugas, Santa Maria Coghinas e Tergu. Nel 2012 è cresciuto con l'ingresso dei Comuni di Bulzi e Chiaramonti.

Il coordinamento e la gestione sono affidati dal 2011 alla Comes - Cooperativa Mediateche Sarde.

Dopo una prima fase di organizzazione, ha attivato tutti i servizi di base come la consultazione, il prestito locale e interbibliotecario del patrimonio librario e multimediale a disposizione. Dal 2020 offre ai suoi utenti il servizio di prestito digitale Media Library On Line (MLOL), la piattaforma di digital lending per le biblioteche italiane con la più grande collezione di contenuti.

In tutte le biblioteche del sistema è possibile collegarsi ad internet gratuitamente ed accedere ai servizi multimediali. Per gli iscritti vengono svolte regolarmente numerose attività di promozione della lettura e del servizio.

Tutte le notizie sulle attività del Sistema, sono accessibili anche dalla pagina Facebook del sistema e di ogni singola biblioteca, attraverso le quali vengono pubblicate in tempo reale le comunicazioni di servizio, le notizie sugli eventi organizzati nel territorio del Sistema bibliotecario, le novità e gli ultimi acquisti. Si può inoltre, entrare in contatto con il bibliotecario, attraverso il servizio di messaggistica istantanea.

Nel 2021 la commissione tecnica Sbangl ha scelto di destinare i finanziamenti del MIC per costituire un fondo librario interamente dedicato all'Agenda 2030, il programma per lo sviluppo sostenibile sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Il programma prevede 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGS - per un totale di 169 ‘target’ o traguardi comuni su un insieme di questioni importanti per lo sviluppo: la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il contrasto al cambiamento climatico, per citarne solo alcuni. ‘Obiettivi comuni’ significa che essi riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui: nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino della sostenibilità.

La scelta di offrire ai nostri utenti un fondo librario dedicato nasce dalla consapevolezza che i 17 Obiettivi  rappresentino la strada che occorre percorrere per la creazione della società eco-sostenibile del futuro, che assicuri a tutti e a tutte la possibilità di migliorare la qualità della propria vita, garantendo la conservazione dell'ambiente globale con le sue risorse naturali e le sue energie rinnovabili, in modo da garantirne la fruizione anche alle generazioni future.

Con l'Agenda 2030 viene definitivamente superata l’idea che la sostenibilità sia unicamente una questione ambientale e si afferma una visione integrata delle diverse dimensioni dello sviluppo.

Crediamo che le biblioteche svolgano un ruolo attivo nel perseguimento di questi obiettivi. Se è vero che il cuore della mission della biblioteche è garantire l’accesso all’informazione, aldilà di ogni barriera di genere, di lingua, di cultura, di generazione e di abilità cognitiva, ci sono alcuni traguardi dell’Agenda 2030 che sono il pane quotidiano di ogni biblioteca e che sembrano fatti apposta per declinare questa mission:

  • obiettivo 1 Sconfiggere la povertà educativa;
  • obiettivo 4 Contribuire a garantire un’istruzione di qualità;
  • obiettivo 10 Ridurre le disuguaglianze, consentendo l’accessibilità indiscriminata alla conoscenza;
  • obiettivo 16 Garantire il pubblico accesso all’informazione;
  • obiettivo 17 Incoraggiare e promuovere partnership efficaci.

Come biblioteche Sbangl ci sentiamo responsabilmente dentro l’Agenda 2030 e, nell’ambito del nostro ruolo istituzionale e del nostro bacino d’utenza, cerchiamo di mettere in atto strategie finalizzate non solo a divulgare conoscenze scientifiche ma, grazie alle opportunità di accesso alle informazioni che offriamo ai nostri utenti, possiamo favorire un approccio critico all'educazione alla sostenibilità. I libri sono lo strumento fondamentale che le biblioteche possono e devono mettere in campo per essere esse stesse le future promotrici di una politica della sostenibilità, ma non basta. Per questo offriamo spunti di riflessione attraverso attività di educazione e di formazione che contemplano incontri con autori ed esperti, laboratori di promozione libraria, didattici, di riciclo, giochi e concorsi a tema che svolgiamo nelle nostre sedi o sul web.

Siamo convinti che anche i nostri comportamenti come bibliotecari possono fare la differenza: attività come la riduzione dei rifiuti e l’uso corretto dell’energia e dell’acqua, l'utilizzo di procedure che contemplino meno spreco di carta, la razionalizzazione dei servizi, il lavoro condiviso possono sia ridurre i costi per la biblioteca che permettere alla stessa di diventare un esempio virtuoso per gli altri.

Ciascuna delle otto biblioteche dello SBANGL si è focalizzata su due Goals dell'Agenda 2030, per tanto i libri del fondo sono distribuiti su tutto il territorio non a caso ma in base alle tematiche che le singole biblioteche hanno scelto di sviluppare e far conoscere offrendo una bibliografia che cerca di documentarli nei diversi traguardi che si propongono.

Per riflettere tutte queste novità abbiamo voluto realizzare un restyling del nostro logo da utilizzare su tutti i nostri canali social, per rendere il nostro impegno per i 17 goals dell'Agenda 2030 ancora più evidente e concreto.

 

 

La Biblioteca Comunale di Bulzi, fa parte del Sistema Bibliotecario dell'Anglona e della Bassa Valle del Coghinas dal 5 novembre 2012.

Il logo ufficiale della Biblioteca Comunale di Bulzi è stato adottato con Deliberazione della Giunta Comunale N.18 del 28/09/2016 a seguito del concorso di idee denominato “CREA UN LOGO PER LA BIBLIOTECA COMUNALE”, svoltosi il 04/12/2014 con lo scopo di dotare la nostra biblioteca di un logo identificativo. Tra gli elaborati presentati all’epoca, in forma anonima, quello scelto come logo ufficiale della Biblioteca è stato quello che maggiormente rappresentava lo spirito del concorso che aveva per tema: “Un Albero è un Libro” e “Un libro ti libera” e raffigura un albero che affonda le sue radici in un libro, a significare che da un libro può nascere l’albero della conoscenza e di conseguenza della libertà.

Nel 2023, a quasi dieci anni dal concorso di idee e a sette anni dall’adozione ufficiale del logo, si è ritenuto doveroso e necessario aggiornare e rendere più moderno il logo stesso senza per questo snaturarne il significato.

Il nuovo logo, raffigura un albero d’ulivo stilizzato di colore blu sfumato e fogliato di verde nascente da un libro aperto dalle pagine sfumate di blu, metafora dell’albero della conoscenza. Dalle radici dell’albero si innalzano, quasi a protezione dello stesso, due “corna”, anch’esse blu, tipiche degli elmi nuragici, che si trovano anche nella statua proto-nuragica del “Guerriero di Bulzi”, piccolo ma significativo riferimento alla storia del nostro territorio. Sotto il logo, la denominazione, in maiuscolo, “BIBLIOTECA COMUNALE DI BULZI”.

Operatore Comes: Andrea Brianda

Contatti:

E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Indirizzo: Centro Sociale Comunale Via Roma, 2 - 07030 Bulzi

Telefono: 079 588862

Skype: biblioteca.bulzi

Facebook: www.facebook.com/bibliotecacomunale.dibulzi

Orari di apertura

Lunedì   15:00 - 18:00
Martedì 09:30 - 12:30  
Mercoledì   15:00 - 18:00
Giovedì   15:00 - 18:00

IL TERRITORIO

Bulzi è un piccolo paese situato al centro dell'Anglona, di circa cinquecento abitanti. È ubicato a 190 metri sul livello del mare e ha una superficie di 21,63 Kmq. Il paese prevalentemente esposto a Noed-Est è situato alle falde di due colline, Monte Maltu e Monte Sant'Elia. Il territorio, caratterizzato da una zona molto fertile, è solcato da molti ruscelli stagionali ad eccezione del Rio San Pietro che è perenne. L'economia è quella tipica del territorio anglonese ed è prevalentemente agro-pastorale.

Panorama di Bulzi - Fotografia di Andrea Brianda.

LA STORIA

Fin dall'epoca Nuragica, Bulzi era una zona interessata da importanti insediamenti umani. Rilevanti testimonianze di insediamenti neolitici nel territorio sono le tombe ipogeiche, conosciute come “domus de janas”, situate in località S'Arede. Percorrendo il periodo nuragico Bulzi custodisce una notevole mole di testimonianze di quell'epoca così remota e affascinante, si possono contare infatti, su tutto il territorio i resti di almeno diciotto nuraghi, due importanti villaggi della stessa epoca e una muraglia megalitica in località Monte Pedrulongu. Il territorio si mantiene vivo nel corso dei secoli e diventa intorno all’anno mille la sede di importanti insediamenti monacali. Il complesso monastico di San Pietro delle Immagini di cui oggi rimane solo la chiesa, rappresenta uno dei più importanti esempi di Romanico-Pisano in Sardegna. Il riferimento più remoto al paese si ritrova nei documenti della cosiddetta "Pace di Arborea" del 1368, in cui compare un certo Pietro de Campo rappresentante della comunità di Gulsei (probabile antico nome del paese). Molto probabilmente Bulzi nasce dall’unione dei due villaggi che sorgevano nei pressi dei due monasteri benedettini più importanti del territorio San Pietro delle Immagini a tre chilometri dall’attuale centro abitato e San Pietro di Simbranos sito ormai scomparso e che oggi si trova alla periferia nord del paese. Notizie certe e documentate nell’archivio parrocchiale, della storia contemporanea del paese si hanno a partire dalla prima metà del seicento, anno di fondazione della Chiesa di San Sebastiano. Mentre l'istituzione del Comune secondo i documenti esistenti presso l'archivio di stato di Sassari risulta, secondo un processo verbale di delimitazione territoriale, datato 26 aprile 1847.

Cartolina Panorama di Bulzi 1902 - Chiesa di San Pietro delle Immagini facciata e interno - Chiesa di San Sebastiano nei primi anni del '900.

Fotografie di Domenico Piana e dell'archivio Parrocchiale

 

I MONUMENTI

I siti archeologici

Il territorio di Bulzi è ricco di siti archeologici tra i quali ricordiamo:

le Domus de Janas in località S'Arede.

Una delle 12 Domus de Janas in località S'Arede. - Fotografia di Andrea Brianda

Il Nuraghe S'Arula nell'omonima località.

Nuraghe S'Arula - Fotografia di Andrea Brianda

La muraglia megalitica di Monte Pedrulongu.

Muraglia Megalitica Monte Pedrulongu - Fotografia di Andrea Brianda

In località Bonora si trova l'omonimo Nuraghe Trilobato, una delle strutture nuragiche più grandi del territorio. Il Villaggio Romano in località Monte Maltu. Bulzi fa parte del bacino paleobotanico dell'Anglona per la presenza di numerosissimi tronchi pietrificati ed è anche ricco di bellezze naturali e paesaggistiche come la valle del rio San Pietro.

I monumenti

La Chiesa di San Pietro delle Immagini o del Crocifisso è uno degli esempi più significativi dello stile romanico-pisano in Anglona. È stata realizzata in tre fasi, tra l’inizio e alla fine del XII secolo. L’edificio, immerso in una splendida vallata nelle vicinanze del centro abitato, si presenta ad aula longitudinale ad una navata, transetto e un’abside orientato a nord-est. Costruita in pietra vulcanica, si distingue per l’utilizzo di calcare chiaro in facciata in alternanza con la pietra più scura, tipico dello stile Romanico. Questa prassi costruttiva si ritrova anche all’interno, nel catino dell’abside e nelle volte a botte del transetto. Da notare la lunetta del portale in facciata, dove si trova un piccolo rilievo recante una figura umana.

Chiesa San Pietro delle Immagini e Particolare della lunetta sopra il portone - Fotografia Andrea Brianda

La chiesa di San Pietro delle Immagini conteneva al suo interno un opera di notevole pregio artistico: Il Gruppo ligneo della Deposizione, uno dei più significativi esempi di scultura lignea toscana del XIII secolo, il solo esempio d'intaglio romanico esistente in Sardegna. E' composto da statue policrome di legno d'ontano ad altezza naturale rappresentanti la Madonna, Giuseppe d'Arimatea e Giovanni Evangelista raccolti intorno a Cristo in Croce. Sul braccio più alto di questa è posto un angelo proteso in avanti, con le braccia rivolte in basso verso il Cristo a togliere dal capo la corona di spine andata persa. Nel 1749 venne fatto costruire l'altare nel quale ancora oggi il gruppo si trova ed è attualmente collocato nella chiesa parrocchiale di San Sebastiano.

Gruppo ligneo della Deposizione XII Secolo - Fotografia di Andrea Brianda

La Chiesa Parrocchiale di San Sebastiano è situata in via Roma, in pieno centro storico. Edificata intorno al 1658 , ha una pianta di forma rettangolare ed è composta da una navata che termina con un presbiterio rettangolare e sei cappelle laterali. L’attuale facciata della chiesa è stata realizzata nel 1796, su indicazione del vescovo di Ampurias, e riproduce fedelmente la facciata della chiesa Romanica di San Pietro di Simbranos situata in località omonima a nord nel paese e della quale rimangono solo tracce documentali. Per motivi di sicurezza, sono qui custodite le opere appartenenti alla chiesa campestre di San Pietro delle Immagini: un gruppo ligneo del XIII secolo, una statua di San Pietro Apostolo del XII secolo ed un retablo del XVIII secolo.

Chiesa Parrocchiale di San Sebastiano - Fotografia di Andrea Brianda

La Chiesa di San Nicola situata in località Concattile, è stata ricostruita, probabilmente alla fine del Settecento per volere della famiglia Lisandrino, sui resti di una chiesa del XII secolo, sicuramente distrutta già nel 1768. La chiesa è composta da una sola navata, all'esterno sono presenti due contrafforti per lato, ha dimensioni contenute. All'interno era custodita una statua lignea di San Nicola, vescovo di Mira, risalente al Cinquecento, attualmente conservata nella chiesa parrocchiale di San Sebastiano.

Chiesa di San Nicola in Loc. Concattile - Fotografia di Andrea Brianda

Altri Monumenti importanti sono: il Retablo della Madonna delle Rose custodito nella chiesa parrocchiale e risalente al 1700, Funtana Manna, il Monumento alla Madonna realizzato interamente con tronchi di legno pietrificato, il Crocefisso de S'Isgravamentu del 1600 situato nella chiesa di Santa Croce in via Vittorio Veneto e il più recente Museo del Legno in via Segni, dove oltre ad ammirare fantastici tronchi pietrificati, le varie tipologie di legni e piante del territorio, vengono ospitati convegni e mostre a tema.

SAGRE E SPETTACOLI

20 gennaio: festa patronale di San Sebastiano

Il Sabato successivo al Martedì grasso il tipico carnevale bulzese conosciuto come “Sapadu Iscasciadu”

Settimana Santa animata dalla confraternita di santa croce che culmina con la rappresentazione il Venerdì Santo de “S’Isgravamentu” la deposizione del Cristo dalla croce.

Vigilia dell’Ascensione: festa diocesana del malato

Ascensione: “Sa Die de su Rughifissu” che consiste in una processione dalla chiesa parrocchiale verso la chiesa di San Pietro e che vede la partecipazione di un corteo a cavallo e delle confraternite di tutta la zona.

15 Agosto: S’Assunta

Tra l'ultima domenica di Agosto e la prima domenica di settembre si svolgono i festeggiamenti in onore di Santa Lucia e Sant'Isidoro.

13 dicembre: mercatino di Santa Lucia.

 


TESTI E FOTOGRAFIE DI ANDREA BRIANDA

La Biblioteca Comunale di Chiaramonti, è entrata a far parte del Sistema Bibliotecario dei Comuni dell'Anglona e della Bassa Valle del Coghinas dal 1 agosto 2012.

Operatore Comes: Caterina Marrone

Contatti:

e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

indirizzo: Via Vittorio Emanuele, 16

Telefono: 079568025

Skype: biblioteca.chiaramonti

Facebook: https://www.facebook.com/bibliotecacomunalechiaramonti.chiaramonti?fref=ts

Orari di apertura:

Lunedì   16:00 - 19:00
Martedì   16:00 - 19:00
Mercoledì   16:00 - 19:00
Giovedì   16:00 - 19:00
Venerdì 10:00 - 13:00 16:00 - 19:00

IL TERRITORIO

Il Territorio di Chiaramonti è situato nella parte meridionale dell'Anglona. Confina a Nord con Nulvi, ad Ovest con Ploaghe, a Sud Sud-Ovest con Ozieri, ad Est con Perfugas e a Nord-Est con Martis. Fra i comuni dell'Anglona è il più esteso con i suoi 111,500 Kmq. Il paesaggio è caratterizzato da piattaforme e colline calcaree mioceniche separate da piccole valli e depressioni, e dalla massa trachitica del "Monte Sassu". La zona più elevata è appunto quella meridionale del "Sassu", che si divide in "Sassu Altu", "Sassu e Giosso" e "Sassittu". Le altitudini maggiori sono quelle di Monte Elighia (m.559) e di Rittia (m. 640) nel Sassu Altu, al confine con Ozieri. L'altezza media di tutto l'altopiano è di 400 metri. Procedento verso Nord le altitudini maggiori le abbiamo con Monte Aldu (m. 464), Monte Cacchile (m. 462) e Monte Pertosu (m. 423). Questa zona è la più ricca di sorgenti, fra cui quella di S. Giusta, i corsi d'acqua sono il Riu Badu Ebbas, il Riu Funtana Aliderru, il Riu Enas de Concas, il Riu Nigolittu, il Riu Sos Cannedos, il Riu Iscanneddu, il Riu Frisciu, il Riu Badu Olta. Verso est il territorio degrada rapidamente verso la piana di Perfugas, esso è attraversato dal Riu Cannalza. La maggior parte del territorio è ricoperta dalla macchia, costituita da cisto, lentischio, asfodelo e alternata a boschi di lecci e roveri sopratutto nel Sassu. Nelle pareti calcare si aprono diverse cavità e anfratti, nell'abitato di Chiaramonti si contano tre grotte: Su Jumperi, Pala e Cheja e Conca e Colte. Si tratta di piccole cavità orizzontali, la maggiore delle quali è Su Jumperi con 100 metri di sviluppo.

 

LA STORIA

Non si hanno notizie certe sull’origine del termine Chiaramonti, probabilmente riguarda la sua posizione: fra i colli di San Matteo e Codinarasa. Il paese in alcune fonti viene chiamato Tzaramonte, Çaramonte e Claramonte. La quasi totale assenza di documenti scritti non rende semplice ripercorrere la storia della nascita del paese.Numerose sono le testimonianze di insediamenti umani fin dalle epoche prenurargica e nurargica. Il territorio vanta, in assoluto, il maggior numero di nuraghi su tutto il comprensorio anglonese: la presenza di ben 114 siti lo colloca ai primi posti fra i comuni dell’Isola. Interessanti e degne di nota sono altresì le domos de janas e i betili, che è possibile visitare in quella parte di territorio che digrada verso Martis, Laerru e Perfugas. Anche per quanto riguarda l’epoca Romana, si hanno scarse notizie, si conosce l’esistenza di due antichi villaggi Orria Manna e Orria Pitzinna (Orria = granaio), sono stati rinvenuti alcuni reperti (monete, un anello con sigillo, una chiave di bronzo ed altre suppellettili) e delle tombe. Vi si ammira, ancora in uno stato di conservazione ancora buono, la chiesetta di Santa Maria Maddalena, esempio interessante di architettura romanico pisana Successivamente alla sua divisione in giudicati, in Sardegna furono costruiti numerosi castelli e altre strutture a scopo difensivo. Fra questi il castello di Chiaramonti, edificato dalla potente famiglia genovese dei Doria intorno al XIII° secolo, ed è attorno ad esso che sorse il primo nucleo di quello che divenne poi il villaggio di Chiaramonti. Le fortune alterne dei Doria hanno coinvolto anche il nostro castello. Sconfitti nel 1348 da Rambaldo di Corbera, i genovesi riebbero la rocca due anni dopo in conseguenza del loro riavvicinamento al re d’Aragona, cui si erano prima ribellati. Dopo la pace del 1355, fra il giudice d’Arborea e il re d’Aragona don Pietro si conveniva che il castello venisse consegnato all’arcivescovo di Arborea, in attesa che si pronunciasse al riguardo il papa Innocenzo VI. Nel 1357, il castello venne ceduto a Brancaleone Doria, marito di Eleonora d’Arborea e che non poté tuttavia possederlo. Nel 1410, il castello venne assediato inutilmente da Guglielmo di Narbona, figlio del Visconte Almerico. Precipitate per sempre in Sardegna le sorti dei Doria, il forte continuò a far parte del patrimonio della casa d’Aragona. Tant’è che il re don Alfonso lo cedette in feudo nel 1439 (oppure nel 1443?) a certo Angelo Cano di Sassari, il quale lo abbandonò, lasciandolo andare definitivamente in rovina. Sui ruderi della fortezza venne edificata, probabilmente intorno al 1500, la prima chiesa parrocchiale, intitolata a San Matteo. Fu sede parrocchiale fino al 1885, quando venne costruita la nuova chiesa di San Matteo, al centro dell’abitato in luogo dell’Oratorio di Santa Croce. Dell’antico castello resistono ancora la torre, la cisterna scavata nella roccia e resti murari sparsi. Col passare degli anni la popolazione aumenta, tanto che si possono raccogliere diverse informazioni, riguardanti la consistenza numerica della popolazione, che passa dalle 1500 unità del 1821, alle 2100 dell'anno 1834, 1852 nell'anno 1861 (anno del primo censimento del neonato Regno D'Italia), per giungere ai 2436 abitanti del 1911, sino al massimo storico di 2977 del 1951. Diverse fonti descrivono meglio l'economia del paese, che è sempre stata improntata all'agricoltura e alla pastorizia, e che spiegano gli avvenimenti degli anni seguenti, i flussi migratori verso terre lontane, causati dalla sovrappopolazione e dall'uso di tecniche di coltivazione e di allevamento scarsamente produttive. Giungiamo quindi agli anni 1960-70, la popolazione si riduce drasticamente, per l'imponente emorragia migratoria già citata (nel 1971 la popolazione è di 2242 abitanti), anni in cui si avverte una profonda necessità di cambiamento. Si tenta di utilizzare con maggiore profitto le caratteristiche dell'economia locale, soprattutto la pastorizia. Nascono a partire dal 1962 diverse iniziative sia di tipo privato che cooperativo, volte alla trasformazione, con metodologie industriali del latte ovino. Nello stesso tempo l'antico allevatore, riversa le sue conoscenze millenarie nella gestione della propria azienda, applicando con profitto le nuove tecnologie, riuscendo ad ottenere dalle numerose greggi di ovini, latte di qualità pregiata che viene poi conferito alle industrie e cooperative di trasformazione del paese, nelle quali si producono formaggi, ricotte ed altri derivati, molto apprezzati e venduti in tutto il mondo. Attualmente Chiaramonti è un piccolo paesino ricco di iniziative. Nonostante molti giovani siano stati costretti ad emigrare in cerca di lavoro al nord, sono numerose le iniziative che nascono all'interno della comunità, e numerose sono anche le nuove aziende che si affacciano sul mondo del lavoro. Adesso si cerca anche di puntare, visto il notevole patrimonio archeologico, alla parte turistica anche se ancora sono carenti le strutture ricettive. Ma nonostante questo handicap sono numerosi i turisti che si recano a visitare i monumenti esistenti nel paese e nelle zone limitrofe.

I MONUMENTI

I Siti archeologici

Il territorio di Chiaramonti è ricco di siti archeologici:

Il Castello dei Doria, a Chiaramonti era una fortezza inespugnabile, posto sul punto più alto del paese a 450 metri sul livello del mare, domina tutta la valle dell’Anglona. Il Castello su fatto costruire dalla famiglia Ligure dei Doria sul finire del XII secolo, a difesa e controllo dei propri possedimenti in questa parte della Sardegna. In pratica per tutta la sua storia, il Castello rimase sempre sotto il dominio dei Doria fino al loro definitivo declino, infatti una volta cacciati i Doria il Castello di Chiaramonti entrò a far parte dei possedimenti della Corona d’Aragona i quali una volta consolidato il loro dominio sul territorio lo cedettero in feudo ad un signorotto locale il quale lo lasciò andare in rovina. Intorno al 1500, sulle rovine del castello, venne edificata la prima chiesa parrocchiale dedicata a San Matteo. Oggi del glorioso castello non rimangono che poche rovine restaurate e messe in sicurezza per essere fruibili dal visitatore.

Castello dei Doria - Chiaramonti - Fotografia di Andrea Brianda

il Mulino a vento, il Nuraghe Ruju (il territorio comprende circa 105 nuraghi), vari Dolmen, Betili, Cinte Megalitiche, le tombe dei Giganti e le Domus de Janas (case delle fate). Inoltre nel territorio di Chiaramonti si trova la necropoli Romana di Su Cannau.

I monumenti

Tra i monumenti di particolare rilievo ricordiamo: la Chiesa di S.Matteo, la Chiesa del Rosario, la Chiesa del Carmelo, la Chiesa di San Giovanni, la Chiesa di Santa Giusta, la Chiesa di Santa Maria Maddalena, più nota come Santa Maria de Orria Pitzinna, la Chiesa di Santa Maria de Aidos, e l'ultima nata la Chiesa di Cristo Re. Sono altrettanto degni di nota alcuni dipinti del pittore di Porto Torres Mario Paglietti (1865-1943), conservati nella casa comunale (San Matteo che predica il Vangelo agli Etiopi, 1912) e nella chiesa parrocchiale (San Cristoforo del 1903 e Santa Lucia del 1904).

SAGRE E SPETTACOLI

Gennaio: Buffende in Carrela.
Febbraio/Marzo: Carnevale Chiaramontese.
Aprile: Ajò in Anglona.
Maggio: festa campestre di Santa Giusta, in coincidenza con l’Ascensione.
24 Giugno: San Giovanni.
16 Luglio: Madonna del Carmelo.
Luglio: Sagra dell'agnello.
Agosto: Madonna della strada.
Primo fine settimana di settembre si ripete la festa campestre di Santa Giusta.
Settembre: la domenica successiva alla festa di Santa Giusta si celebra la festa campestre di Santa Maria Maddalena.
8 Settembre: Santa Maria Bambina.
Settembre: “Costumes e Costumanzias”: sfilata dei costumi tradizionali della Sardegna.
21 Settembre: San Matteo, patrono di Chiaramonti.
Slalom Chiaramontese.


Bibliografia:

Chiaramonti il territorio e la sua storia, 1988 (Sassari : Cartongemma);
Carlo Patatu in: Isole Gemelle - Îles jumelles, ed. La Grafica, Porto Torres 2004;
www.comune.chiaramonti.ss.it

La Biblioteca Comunale di Tergu, è entrata a far parte del Sistema Bibliotecario dei Comuni dell'Anglona e della Bassa Valle del Coghinas dal 2010. Dal maggio 2016, a seguito di un concorso di idee, la Biblioteca si è dotata di un logo ufficiale. Il disegno scelto, realizzato da Nicola Fois, è stato rielaborato graficamente per creare la versione definitiva e rappresenta un libro circondato da tante mani.

Operatore Comes: Roberta Serra

Contatti:

E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Indirizzo: Piazza Autonomia - 07030 Tergu

Telefono: 079 476162

Skype: biblioteca.tergu

Facebook: https://www.facebook.com/biblioteca.tergu/?fref=pb&hc_location=profile_browser

Orari di apertura

 
Martedì    15:00 - 18:00
Mercoledì    16:00 - 19:00
Giovedì  09:30 - 13:30  

IL TERRITORIO

Sito quasi al centro della vasta zona delimitata da Castelsardo, Sedini, Nulvi, Osilo, Sennori e Sorso, Tergu è costituito da un vasto altopiano prevalentemente collinoso a circa 280 mt sul mare esteso 36,5 Kmq incoronato di alture. Domina dall’alto il Golfo dell’Asinara. Guarda dal basso le corone di alture il cui punto più elevato è la Rocca con il castello dei Malaspina di Osilo. Grazie alla ricchezza d’acque la zona ( da cui ha origine il percorso accidentato del rio che nascendo dal centro della piana di Tergu sfocia nel mare di Castelsardo prendendo il nome di Frigiano dal golfo omonimo) è coltivata nella maniera più vasta e con la tecnica più progredita. Tre strade collegano Tergu con Castelsardo, Osilo e Nulvi e costituiscono all’interno le arterie principali. La sua felice posizione nell’entroterra anglonese lo rende meta desiderabile per chiunque sia amante della quiete e del contatto con la natura tipica di quest’isola meravigliosa. Allo stesso tempo la sua vicinanza ai centri più importanti della Sardegna settentrionale permette la facile accessibilità alle mete turistiche più famose. Questo piccolo centro a metà fra il mare e la campagna è sede di un enorme patrimonio artistico costituito principalmente di opere religiose. Tergu ricopre un ruolo di primo ordine nel panorama artistico della provincia di Sassari e dell’intera Sardegna.

LA STORIA

Nel corso del medioevo la storia di Tergu si identifica con quella del monastero di Santa Maria. Non si posseggono, infatti, notizie certe sull’esistenza di un abitato, ma è verosimile che nei pressi del monastero gravitasse almeno una piccola comunità di famiglie e, soprattutto, di servi impegnati a lavorare nelle proprietà della stessa abbazia. S. Maria di Tergu compare infatti tra le proprietà di Montecassino per la prima volta solo nel 1122, sebbene dal Libellum Iudicum Turitanorum, cronaca sarda del XIII sec., si apprenda che la chiesa fu edificata per volontà del cognato del giudice Mariano I di Torres già nell’XI sec.Dopo il 1122 l’abbazia di Tergu é citata diverse volte nei documenti d’archivio di Montecassino; tra questi sono sicuramente di grande importanza gli atti emessi dal giudice Gonario II di Torres, i quali confermano all’abbazia di Montecassino il possesso dei beni donati alla stessa dagli esponenti della sua famiglia e da altre importanti famiglie del giudicato di Torres.In età postmedievale in luogo della chiesa monastica si sviluppò un’importante santuario mariano.Nel 1502 la chiesa di S. Maria di Tergu venne definitivamente accorpata, per motivi di sostentamento, alla diocesi di Ampurias e successivamente il vescovo della stessa diocesi assunse il titolo di abate di S. Maria di Tergu.Tra il XVI e il XVII sec. l’Isola fu soggetta ai frequenti attacchi della pirateria turco-barbaresca, cadendo in una condizione di isolamento e di crisi economico-sociale.Per il ‘700’ si ha notizia di costanti ed accese diatribe tra il vescovo di Castelsardo, la Collegiata di Osilo e una nobile famiglia di Nulvi.Nel 1980 il paese è divenuto comune autonomo, delle antiche rivalità tra Osilo, Castelsardo e Nulvi rimane forse una debole eco nel benevolo campanilismo delle diverse comunità, ma l’8 di settembre, come accade da secoli, la devozione induce i fedeli dei diversi paesi a seguire l’effige della Madonna nel suo pellegrinaggio verso l’antica Abbazia di Tergu.

I MONUMENTI

I siti archeologici: A nord-ovest del paese si nota la cima del Monte Elias (punto trigonometrico), dove sono stati documentati interessanti resti archeologici di età nuragica e romana.

Mont'Elias - Tergu - Fotografie di Andrea Brianda

Moltissimi nuraghi, il più famoso il nuraghe Tudderi.

Nuraghe Tudderi - Fotografie di Roberta Serra

I monumenti: Tra i monumenti più importanti spicca la chiesa di Nostra Signora di Tergu, una delle massime espressioni dell'architettura romanica in Sardegna. Importanti testimonianze storiche si trovano nascoste al di sotto della chiesa, gli scavi hanno riportato alla luce i vecchi resti dell’abbazia. La chiesa e i resti dell'adiacente abazia si trovano in un'area campestre, accessibile tramite l'arco in pietra che prospetta su un ampio piazzale.

Nostra Signora di Tergu - Fotografia di Andrea Brianda

 

Percorrendo il Viale dei Benedettini, via centrale del paese, si possono ammirare le quindici sculture in trachite rosa dello scultore Stefano Chessa che rappresentano le fasi della Passione e Morte di Gesù, una Via Crucis unica nel suo genere.

Sculture in trachite di Stefano Chessa, raffiguranti le stazioni della Via Crucis - Fotografie di Roberta Serra

SAGRE E SPETTACOLI

Settimana Santa e celebrazioni del Lunisanti: pellegrinaggio verso la Chiesa di Nostra Signora di Tergu.

1 Maggio: celebrazione della Santa Messa alla presenza del Vescovo e a seguire processione per le vie del paese.

Luglio: Ajò in Anglona Giornata dedicata alla scoperta del territorio e delle tradizioni locali.

Agosto: sagra del cinghiale e della pecora.

8 Settembre: Festeggiamenti in onore di N.S. di Tergu - festa patronale.

 


FONTE: www.comuneditergu.it

La Biblioteca Comunale di Santa Maria Coghinas, è entrata a far parte del Sistema Bibliotecario dei Comuni dell'Anglona e della Bassa Valle del Coghinas dal 2010.

Operatore Comes: Alessia Dongu

Contatti:

E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Indirizzo: Via De Gasperi, 2 - 07030 Santa Maria Coghinas

Telefono: 079 5850037

Skype: biblioteca.smcoghinas

Facebook: https://www.facebook.com/Biblioteca-Santa-Maria-Coghinas-572534492879863/?fref=nf

Orari di apertura

Martedì 09:00 - 13:00   
Mercoledì   15:00 - 19:00 
Giovedì   15:00 - 19:00 

IL TERRITORIO

Santa Maria Coghinas è un piccolo paese di circa 1438 in provincia di Sassari nel nord della Sardegna a soli 5 km dal mare. Il Paese sorge su un territorio pianeggiante ai piedi delle colline che delimitano la fertile valle alluvionale cinta a occidente dal fiume Coghinas. Nel territorio si possono ammirare due chiese romaniche, quella di Santa Maria delle Grazie che conserva la facciata gotica e da cui avrebbe preso il nome il paese come racconta la leggenda e quella di San Giovanni ubicata presso le Terme di Casteldoria, le cui rinomate sorgenti termali sono da sempre conosciute per le loro qualità terapeutiche. Al di sopra delle terme su una collina di 228 m troviamo Il Castello Doria, fondato nel XII secolo da Brancaleone Doria, sposato ad Eleonora D'Arborea, restaurato nel 1354 da re Pietro D'Aragona e demolito dai piemontesi alla fine del 700. Troviamo nel paesaggio collinare la rigogliosa macchia mediterranea con ogliastri, sugheri e ancora lentisco, cisto e alaterno.

LA STORIA

Noto centro medioevale, abbandonato verso il 400 è stato ripopolato agli inizi dell'800 da un modesto gruppo di pastori della Gallura meridionale. L'evoluzione del paese ha proceduto parallelamente al recupero dei suoi fertili suoli alluvionali, i quali pressochè inutilizzati sin dall'inizio del primo dopoguerra risultano oggi intensamente coltivati, vi prevalgono accanto a taluni tratti di vigna le distese a carciofo. Santa Maria Coghinas prende il nome dalla Chiesa della Madonna delle Grazie. Secondo la leggenda, intorno all'anno 1000 un gruppo di pastori mentre pascolava le greggi lungo le rive del fiume Coghinas, in piena per le piogge, scorse all'improvviso una cassa che galleggiava sulle acque del fiume, recuperatala vi rinvenirono una statua lignea della madonna delle Grazie. La chiesetta romanica dedicata alla Madonna delle Grazie fu costruita nel punto in cui la statua si era poggiata.

I MONUMENTI

Il territorio di Santa Maria è ricco di nuraghi e siti archeologici.

Ricordiamo gli imponenti ruderi del Castello dei Doria.

Foto Alessia Dongu

I resti del ponte romano conosciuto come Il Ponte dei Raminai. Nel territorio sono presenti le due chiese romaniche di San Giovanni e della Madonna delle Grazie. La chiesetta romanica dedicata alla Madonna delle Grazie fu costruita nel punto in cui la statua si era poggiata. Questa chiesa è stata restaurata nel 2002, conserva la facciata gotica e al suo interno si può ammirare il simulacro della Vergine.

Foto Wikipedia

SAGRE E SPETTACOLI

25 Aprile: Sagra del Carciofo Spinoso.

01 Maggio: Festa Patronale Madonna Delle Grazie.

25 Giugno: Festa San Giovanni Battista

12 Agosto: Sagra del Cinghiale.

17-20 Settembre: Festa Madonna delle Grazie.

 


Fonte: http://www.comunesmcoghinas.it

La Biblioteca Comunale di Perfugas, è entrata a far parte del Sistema Bibliotecario dei Comuni dell'Anglona e della Bassa Valle del Coghinas dal 2010

Operatore Comes: Sonia Farris

Contatti:

E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Indirizzo: Piazza Azuni - 07034 Perfugas

Telefono: 079 563057

Skype: biblioteca.perfugas

Facebook: https://www.facebook.com/Biblioteca-di-Perfugas-750266041727992/

Orari di apertura

Lunedì 10:00-1300 15:30-18:30
Giovedì 10:00-13:00 15:30-19:00
Venerdì 15:30-19:00

IL TERRITORIO

Situato in provincia di Sassari, il comune conta 2.486 abitanti che in gran parte resiedono nel centro, mentre altri risiedono nell’agro (frazioni Lumbàldu, Sas Tanchittas, Falzìttu, Campos d’Ùlimu, Mudditonàlza, Sa Contra, Sas Contrèddas e nuclei minori). Dista 15 km dal mare (Golfo dell’Asinara), 46 Km da Sassari, 70 km da Olbia e Porto Torres, 80 km da Alghero. La sanità fa riferimento a un poliambulatorio zonale, una farmacia, un’organizzazione volontaria di pronto soccorso (A.V.I.S.) collegata col servizio 118, un ambulatorio pediatrico, esercitano diversi medici specialisti e veterinari. Sono presenti tutti i gradi dell’istruzione obbligatoria (2 scuole materne, scuola elementare e media) e un istituto d’istruzione superiore. Grazie alla ricchezza di testimonianze archeologiche, Perfugas ospita una sede staccata della Soprintendenza Archeologica per le province di Sassari e Nuoro e un Museo Civico Archeologico-Paleobotanico (MAP). L’ospitalità e la ristorazione possono contare su un albergo, una pensione e alcuni ristoranti, pizzerie e rosticcerie. Nei dintorni, inoltre, sono attivi alcuni esercizi agrituristici. Il culto viene praticato nella chiesa parrocchiale di S. Maria degli Angeli che ospita una sezione del Museo Diocesano di Arte Sacra col grandioso retablo cinquecentesco di San Giorgio. Sono officiate anche le chiese della Santa Croce, S. Giovanni, la cappella di Mater Purissima e le chiese rurali di Santa Vittoria, Sant’Anna (Lumbaldu) e Sant’Antonio (Sa Contra).

Foto di Sonia Farris

LA STORIA

Detto anche Perfuga, il toponimo deriverebbe, per alcuni dal latino perfugae nel significato di profughi, immigrati. Secondo altri invece, sarebbe composto con il sardo perda, pietra. Il sito fu sicuramente abitato in periodo nuragico e verosimilmente fu il principale centro dei Bàlari. Grazie agli importanti reperti storici rivenuti, la nascita dell’attuale centro abitato si attesta attorno al primo secolo dopo Cristo. Il suo territorio si è consolidato acquisendo nel 1969 la frazione di Crabilleddu anche se nel 1988 ha perso una porzione di territorio aggregatosi al nuovo comune di Erula. La comunità di Perfugas vive molto intensamente le tradizioni popolari, animando le feste religiose e pagane con processioni a cavallo, canti e balli tradizionali eseguiti rispettivamente dal Coro Matteo Peru e dal Gruppo Folkloristico Ericium. Perfugas ha un importante vocazione agropastorale in particolare nei formaggi tipici prodotti e commercializzati dalla Cooperativa dei pastori perfughesi.

I MONUMENTI

Tra le emergenze più significative è da ricordare il Palazzo del Capitolo (secc. XVI-XVII) che fronteggia la chiesa parrocchiale.

Luoghi e siti da visitare : Museo archeologico-paleobotanico (via Sauro).

Pozzo sacro "Predio Canopoli" (fronte chiesa parrocchiale).

Foto Wikipedia

La Chiesa parrocchiale Santa Maria degli Angeli con al suo interno il museo diocesano e l'antico retablo di San Giorgio del XVI secolo, che originariamente di trovava nell'antica chiesa campestre di San Giorgio. la Chiesa è composta dal presbiterio e da due cappelle laterali. Una tradizione locale tramanda che il nucleo originario de risalga al periodo della signoria doriana sull’Anglona (1284-1409). La relativa antichità del nucleo originario della parrocchiale parrebbe confermata dall'esistenza, sotto il pavimento che precede il presbiterio, di una cripta funeraria a doppia volta. Le fattezze attuali dell’edificio consentono di collocarne la costruzione o la ricostruzione tra la seconda metà del ’500 e gli inizi del ’600. I quinque libri conservati nella sacrestia attestano che durante il Seicento la chiesa era già divenuta parrocchiale in sostituzione di S. Maria de Foras. Verso la fine del Settecento fu realizzato il campanile, per la costruzione del quale vennero reimpiegati i materiali di una delle due torri medioevali.

Foto Wikipedia

Santa Maria de Foras, Situata presso il limite orientale dell'abitato, sorge l'antica parrocchiale "Santa Maria de Foras", chiesa romanica originariamente mononavata restaurata di recente. La sua costruzione è attestata da un’epigrafe del 1160. Di particolare pregio è il monumentale portale dicromo, costruito con blocchi bianchi e rossi disposti a scacchiera, che è il più antico dell’isola. Da questa chiesa proviene l’altare ligneo del 1750 attualmente collocato nel presbiterio della chiesa parrocchiale.

Foto di Sonia Farris

San Giorgio, chiesa campestre, vicina al paese. dopo un lungo periodo di restaurazione, nel 2012 è stato inaugurato l'edificio conosciuto come "domo de s'eremitanu" che oggi ospita una mostra fotografica. Nella chiesa di San Giorgio è stata sistemata una riproduzione del retablo.

Foto di Sonia Farris

Altre chiese importanti sono: Santa Croce e San Giovanni, infine, non ultima come importanza ma per agibillità, il sito della foresta pietrificata.

SAGRE E SPETTACOLI

Febbraio/Marzo: Secondo il calendario tradizionale si svolgono i festeggiamenti del Carnevale. Giovedì grasso"Laldajolu": Favata in piazza per tutti. Pomeriggio di giochi e balli. Domenica:giornata dedicata ai bambini,pentolaccia, frittelle, caramelle e coriandoli Martedi grasso: Sfilata dei carri allegorici, processo del "RE JOLZI FAE E LALDU".

Pasqua:

  • Domenica delle Palme. Benedizione delle palme davanti la chiesa di Santa Croce e processione verso la Chiesa Parrocchiale.
  • Settimana Santa: Giovedì Santo: S.Messa in "Coena Domini" con lavanda dei piedi; in serata processione per il centro storico con il simulacro del Cristo in croce e della Madonna Addolorata. Rito de "S'INCRAVAMENTU " (o crocefissione). Venerdì Santo: rito de "S'ISCRAVAMENTU " (o deposizione dalla croce), processione per le vie del centro storico col simulacro del Cristo nella bara e della Madonna addolorata. Deposizione del Cristo nel Sepolcro nella chiesa di Santa Croce. All'uscita i fedeli accompagnano la Madonna Addolorata nella chiesa Santa Maria degli Angeli. Sabato Santo: Veglia e S.Messa di Resurrezione. Domenica di Pasqua: "S'INCONTRU" tra il Cristo Risorto e la Madonna. Lunedì dell'Angelo: Pasquetta, "SU ENEITTU", di solito di dice messa nella chiesa di San Giorgio, per poi stare li per la classica scampagnata.

23 APRILE: S. GIORGIO.

15 MAGGIO: S. VITTORIA (loc. Mudditonalza )

13 GIUGNO: S.ANTONIO (loc. Sa Contra)

23-24 GIUGNO: S. GIOVANNI la sera del 23 ogni zona si oraganizzava per fare "Su Fogarone", in questi ultimi anni si fa quasi solo in piazza San Giovanni. Momento di divertimento per giovani e bambini che si divertono nel salto!! ricordo vivo tra i grandi è la filastrocca che si diceva dopo il salto del fuoco che serviva a sugellare il rapporto di amicizia rafforzato dal comparatico. Questa diceva cosi: "Santu Juanne brundu corona 'e su mundu corona 'e su sole bois sezis segnore, segnore bois sezzis Cristu battijezzis cun abba e cun sale in bene e in male in male e in bene sorres de piaghere sorres de allegria tottu compares e comares mias".

26 LUGLIO: SANT'ANNA (loc. Lumbaldu )

02 AGOSTO: FESTA PATRONALE " SANTA MARIA DEGLI ANGELI " (Nostra Signora de sos Anghelos)

2° FINE SETTIMANA DI SETTEMBRE : FESTA IN ONORE DI S. ISIDORO



(fonte: http://www.prolocoperfugas.it)

La Biblioteca Comunale di Martis, è entrata a far parte del Sistema Bibliotecario dei Comuni dell'Anglona e della Bassa Valle del Coghinas dal 2010

Operatore Comes: Sabrina Salis

Contatti:

E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Indirizzo: Via Roma, 14 - 07030 Martis

Telefono: 079 566450

Skype: biblioteca.martis

Facebook: https://www.facebook.com/bibliotecacomunale.martis/?fref=nf

Orari di apertura

Lunedì

 

 15:00 - 19:00

Martedì

09:00 - 13:00

15:00 - 18:00

Venerdì

 

15:00 - 19:00

IL TERRITORIO

Il piccolo paese di Martis ,con circa 530 abitanti, si trova al centro dell'Anglona ed ha un territorio comunale di appena 22 Kmq modellato in rilievi collinari piuttosto dolci con valli profonde incise in rocce di tipo vulcanico e sedimentario, conserva tuttora delle zone di grande interesse paesaggistico ed ambientale, come, ad esempio, la profonda gola di Badde Traes, scavata dal Rio Masino (noto anche come Rio Iscaneddu) nelle andesiti oligo-mioceniche, unica valle della regione i cui versanti si ergono a strapiombo sull'alveo del torrente. Lungo queste alte pareti, che raggiungono anche un centinaio di metri di dislivello, sono evidenti le nicchie concave prodotte dal distacco di alcune frane di crollo dovute all'azione erosiva degli agenti atmosferici sulla roccia. Le sponde di questa forra, colorate dal rosso delle trachiti e dal verde della vegetazione, incorniciano il sinuoso corso del torrente in un quadro naturalistico di notevole suggestione Un gradino di una quindicina di metri in località Triulintas, a valle della confluenza del Rio Pontisella nel Rio Masino, origina una cascata che contribuisce ad esaltare la bellezza dell'intera vallata.

LA STORIA

L'antico paese di Martis nasce nei pressi di aree di rilevante interesse storico e archeologico, della cui testimonianza restano importanti segni e documenti che attendono in larga misura di essere studiati ed interpretati. I reperti, i resti e gli scritti, numerosi e diversificati, sono tali da abbracciare una parte consistente della storia umana. I materiali litici di Pantallinu (Perfugas), Sa Coa de Sa Multa (Laerru) e Serra Preideru (Martis) risultano essere a tutt'oggi i soli ritrovamenti ascrivibili al Paleolitico medio-inferiore della Sardegna, databili fra 120.000 e 500.000 anni fa. Si tratta di utensili come raschiatoi e grattatoi scheggiati dagli uomini preistorici nella selce, una roccia durissima assai diffusa nella regione anglonese proveniente dagli strati sedimentari del lacustre miocenico. Ad un periodo molto più recente risalgono i reperti, ritrovati in quantità importanti soprattutto alle falde di Monte Franco costituiti da utensili ceramici o in pietra silicea lavorata, fabbricati da uomini del Neolitico vissuti in questa regione intorno a 6000 anni fa. Sul territorio si elevano 12 nuraghi alcuni dei quali in precario stato di conservazione, distribuiti in particolare lungo l'altipiano che borda la valle di Badde Traes, sui rilievi di Monte Franco e Monte Seine e nel settore sud-orientale del territorio comunale (Murrone e Spinalva), al confine con i Comuni di Chiaramonti e Perfugas. Meritano di essere menzionati il nuraghe Sas Molas, un monotorre dalla caratteristica alternanza cromatica dei filari di trachite rossa e di calcare bianco e il nuraghe Monte Franco che domina dall'alto dell' omonimo colle una area vastissima che offre uno splendido panorama. Così come attestato dallo stesso nome del paese che sembra suggerire un chiaro riferimento al dio romano Marte, e alla probabile presenza di un piccolo tempietto a lui dedicato (Fanum Martis), lo stanziamento umano su queste terre è proseguito poi ininterrottamente nel tempo, lasciando sempre, dietro di sè, vestigia importanti. La presenza in loco di legioni romane è attestata dal ritrovamento in località Sa Balza di una epigrafe in calcare con iscrizione deprecatoria dedicata all'imperatore Massimino. Il centro storico del paese mostra tuttora pregevoli testimonianze di architettura civile, con palazzine abbellite da cornicioni con pregevoli modanature, balconcini in ferro battuto, maestosi portali,ed eleganti e tipiche altane. Come in altri paesi della Sardegna, a Martis è facile osservare caratteristiche porte e finestre contornate con eleganti mostre lapidee che impreziosiscono prospetti solitamente semplici. Gli architravi in calcare, spesso riutilizzati, sono in gran parte opera dei picapedrers di scuola catalana, (XVI-XVII sec.) ben riconoscibili dal tipico arco inflesso, accompagnato o alternato da simboli religiosi e floreali. In altri architravi troviamo rappresentazioni antropomorfe affiancate da clipei con figurazioni araldiche o simboliche. Narra la leggenda che Martis sia stato fondato dai superstiti di una guerra tra due villaggi vicini:uno situato su Monte Franco, detto Tathari e l'altro denominato Marte. La guerra scoppiò, secondo la fantasia popolare, in seguito al rapimento della principessa di Tathari, Bolentina che, disonorata dal principe del villaggio di Marte, si suicidò. Un gruppo di uomini, donne e bambini si era rifugiato in uno degli ultimi boschi impenetrabili. Scappava da inseguitori, che avevano il volto massacrato da bestie e da demoni. Erano alti il doppio degli indigeni ed erano armati di clave e assalivano senza dire parola. Nascosto nella macchia del sottobosco, il gruppo dei vinti aspettava con terrore l'alba, quando gli apparve una figura di amazzone, che si muoveva dentro un alone di luce. Disse loro di nascondersi sugli alberi, il più alto possibile, e di non avere paura, perché sarebbero successe cose strane. Gli uomini scelsero le querce più grandi e si collocarono nei punti più alti. Prima dell'alba arrivarono gli uomini mascherati, silenziosi e lanciando pietre tra i rami. I più vecchi avevano dei tizzoni accesi. In brevissimo tempo il bosco cominciò a bruciare. Ma in quel momento accaddero due fatti strani: si levò un vento forte, che, soffiando rasoterra, investì i mascherati: le querce cominciarono a scricchiolare e a pietrificarsi. Quando il bosco si fu pietrificato tutto, i rami più bassi si spezzarono e, travolti dalla bufera andarono a colpire gli uomini mascherati. Essi persero la maschera e si vide che non avevano testa. Cominciarono a fuggire, finché non arrivarono ad un fiume, che li trascinò via. A mezzogiorno gli uomini rividero la bella amazzone che, nel suo alone di luce li salutava con la mano.

I MONUMENTI

Il paese di Martis presenta numerose chiese: la più importante è quella di S. Pantaleo, situata al margine sud-orientale dell'abitato e risalente al XIV secolo, in stile romanico-gotico con influssi lombardi ed aragonesi. È ubicata in posizione dominante sulla valle del Rio Carrucana. Nei primi decenni del 1900 la chiesa è stata abbandonata e il cedimento strutturale della collina su cui sorge ne ha compromesso la stabilità. Solo recentemente sono stati intrapresi degli interventi di ripristino e di mantenimento conservativo del prezioso monumento, seguiti ai lavori di consolidamento dell'intera collina. Questi interventi, restituiscono al visitatore il gioiello gotico-aragonese in tutto il suo antico splendore. A pianta rettangolare, basilicale, divisa in tre navate da una doppia fila di pilastri a pianta cruciforme che sostengono gli archi a tutto sesto della navata centrale e gli archi a sesto acuto delle navate laterali. L'elegante facciata è dominata dal portale romanico con strombatura e il bel rosone bicromo con intreccio di archi di cerchio oggi purtroppo distrutti. Vari interventi di restauro (ancora in atto) operati dal Ministero per i Beni Culturali hanno garantito stabilità e decoro a questo importante monumento. La cappella maggiore della chiesa ospitava la bella pala (olio su tela), del Miracolo di San Pantaleo datata 1595 del più importante pittore manierista sardo Andrea Lusso, che ora si può ammirare nella nuova chiesa parrocchiale.

Chiesa San Pantaleo - Martis - Foto di Sabrina Salis

Le chiese minori del paese sono: Santa Croce, San Giovanni e la chiesa del Rosario dove si può ammirare un pregevole altare ligneo, in stile barocco, recentemente restaurato. Numerosi sono i ruderi di chiese campestri dislocate nel territorio di Martis, in particolare merita attenzione la chiesetta romanica di San Leonardo del XII secolo.

In località Carrucana, nel comune di Martis, è possibile ammirare una foresta pietrificata che occupa ben 100 Km quadrati del territorio. La foresta pietrificata risale al Miocene inferiore, cioè a circa venti milioni di anni fa, quando, durante un'eruzione vulcanica le foreste si inabissarono nei laghi circostanti e, riempiti di cenere molto ricca di silicio, crearono il substrato ideale per il processo di fossilizzazione. La foresta pietrificata fa parte del parco paleobotanico dell’Anglona che interessa anche i comuni di Bulzi, Laerru e Perfugas.

Foresta Pietrificata Carrucana - Foto Di Sabrina Salis

SAGRE E SPETTACOLI

Carnevale Martese

Aprile: VinAnglona

Sant' Antonio 13 Giugno

San Giovanni, 24 giugno

San Pantaleo, festa padronale 26-27 Luglio

Ethno's festival culturale, diretto da Giorgio Baggiani

Ammentos, serata musicale in onore di giovani del paese scomparsi di recente.

Sant'Andria, 30 Novembre

 


Fonte: www.comune.martis.ss.it

La Biblioteca Comunale di Laerru, è entrata a far parte del Sistema Bibliotecario dei Comuni dell'Anglona e della Bassa Valle del Coghinas dal 2010

Operatore Comes: Immacolata Spezzigu

Contatti:

E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Indirizzo: Via Grazia Deledda, 8 - 07030 Laerru

Telefono: 079 570328

Skype: biblioteca.laerru

Facebook: https://www.facebook.com/biblioteca.laerru/

Orari di apertura

Lunedì   16:00-19:00
Martedì 09:30-12:30 16:00-19:00
Mercoledì   16:00-19:00
Giovedì   16:00-19:00
Venerdì   16:00-19:00

IL TERRITORIO

Nel comune risiedono 904 abitanti, ha una superficie di 20,0 chilometri quadrati per una densità abitativa di 51,45 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 177 metri sopra il livello del mare e dista 43 chilometri da Sassari, capoluogo della omonima provincia cui il comune appartiene. Laerru è anche un buon punto di partenza per raggiungere in poco tempo il mare come Valledoria che dista 20 Km e 30 Km da Badesi, il laghetto e le terme di Casteldoria rispettivamente 8 e 15 Km e altre località della Sardegna interna.

Panorama Laerru -  Foto di Tonella Tanca

LA STORIA

Laerru è un paese di origine antichissima che si trova nel cuore della regione storica dell'Anglona.Secondo il Condaghe di Silki, il primo documento che fa menzione di Laerru sarebbe del XII secolo. Il nome, molto probabilmente, deriva dal latino "alaternus", che significa alaterno, arbusto sempreverde tipico del luogo. Molto nota la produzione artigianale della radica sarda con la quale vengono prodotte pipe pregiate note in tutto il mondo. Come molti centri dell'isola anche Laerru ha conosciuto una storia analoga; la curadoria di Anglona sotto il regno giudicale di Torres, il passaggio degli aragonesi e così via. Con il declino della corona iberica, la Sardegna passò ai Savoia.

I MONUMENTI

I siti archeologici: è opinione comune di archeologi e paleontologi che il terrtorio di Laerru sia come uno scrigno di tesori. Già dai primi anni del novecento grazie ad Antonio Taramelli e Edoardo Benetti venne avviato un primo censimento di nuraghi, tombe di giganti e domus de janas. con gli scavi e le scoperte Laerru può vantare un'altissima concentrazione di monumenti e attrazioni naturali: come la Grotta di Su Coloru o la Foresta Pietrificata. Da visitare l'altipiano di Tanca Manna, zona ricca di macchia mediterranea, fonti e grotte. Le più note sono la grotta di "Su Coloru", una delle più grandi cavità carsiche della Sardegna, e la grotta di "Conca 'e caddu" situata alle pendici dell'altipiano. Nel territorio comunale si contano 13 nuraghi. Particolarmente suggestiva è la foresta pietrificata e i resti archeologici rinvenuti sul Monte Ultana: diverse domus de janas, una tomba di giganti e un tempio nuragico.

I monumenti: interessante la Parrocchiale di Santa Margherita, nota per le due cappelle gotico-aragonesi.

Chiesa Parrocchiale Santa Margherita - Foto di Tonella Tanca

La piccola chiesa del Rosario edificata nel XVII secolo.

Chiesa del Rosario - Foto di Tonella Tanca

La chiesa di Santa Croce.

Chiesa di Santa Croce - Foto di Tonella Tanca

La chiesa di San Sebastiano che l'incuria dell'uomo e il tempo ha trasformato in pochi ruderi. Tra le chiese campestri si ricordano: S.Ciriaco, San Michele, S.Teodora e S. Antonio.

SAGRE E SPETTACOLI

Febbraio - Marzo: Legata al calendario tradizionale è la festa di carnevale, i cui preparativi impegnano tutta la comunità.

24 Giugno: festa in onore di San Giovanni, nota per il banchetto a base di pecora bollita offerta nella piazza del paese.

20 Luglio: festa in onore del patrono del paese, Santa Margherita.

Ultimo fine settimana di agosto, si svolgono le feste dedicate a Santa Lucia e Sant'Isidoro, la prima protettrice dei giovani, il secondo è il santo protettore dei contadini.

Nel territorio, tutti gli appassionati di attività equestri devono fare riferimento a Laerru e al suo centro ippico, si possono incontrare e conoscere bravi istruttori di maneggio.

 



Testi e Fotografie di Tonella Tanca

 

La Biblioteca Comunale di Erula, è entrata a far parte del Sistema Bibliotecario dei Comuni dell'Anglona e della Bassa Valle del Coghinas dal 2010.

Operatore Comes: Silvia Brundu

Contatti:

E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Indirizzo: Via Nazionale, 13 - 07030 Erula

Telefono: 3481566589

Skype: biblioteca.erula

Telegram: BibliotecaErula

Instagram: https://www.instagram.com/bibliotecaerula/

Facebook: www.facebook.com/bibliotecacomunale.erula/

Orari di apertura estivo

Lunedì   16:00-19:00
Martedì 09:30-12:30  
Mercoledì   16:00-19:00
Giovedì   16:00-19:00
Venerdì   16:00-19:00

 

Orari di apertura invernale

Lunedì 09:00-13:00  
Martedì 09:00-13:00 15:00-18:00
Mercoledì    
Giovedì  09:00-13:00  
Venerdì   15:00-19:00
 
 

IL TERRITORIO

Erula è un piccolo paese di circa 800 abitanti. E' uno dei comuni più giovani d'Italia, infatti è stato istituito l'8 agosto 1988 ottenendo così l'autonomia da Perfugas. E' situato nell 'Anglona sud-orientale e confina con la Gallura e il Logudoro. Il territorio, di natura geologica granitica e trachitica, è ricoperto in parte dalla macchia mediterranea. Suggestivo è il panorama che si affaccia sulle montagne del Limbara, la roccia vulcanica di Monti Ruiu, il lago Coghinas e tutta la valle dell'Anglona. Nonostante faccia parte dell'Anglona il dialetto parlato è il gallurese. Questo perchè il paese è da secoli abitato da famiglie provenienti da Tempio Pausania, Aggius e Bortigiadas.
 

 
Panorama di Erula - Fotografia di Silvia Brundu
 
 
Sul monte La Sarra invece troviamo il Parco eolico di Sa Turrina Manna che sorge a quasi 700 m e ricade a cavallo tra il territorio comunale di Erula e quello di Tula. E' accessibile al pubblico grazie a un percorso con aree di sosta attrezzate con giochi per bambini e per picnic. Il parco di "Sa Turrina Manna" è oggi il più grande impianto del suo genere in Italia.
 
 

 
 
Parco eolico di Sa Turrina Manna - Fotografia di Silvia Brundu
 

LA STORIA

Il territorio di Erula è sicuramente di frequentazione antichissima. Lo conferma la presenza di numerosi nuraghi e domus de janas. Si hanno testimonianze umane fin dal neolitico ma non vi sono dati certi. Mancano infatti notizie sulla sua fondazione, mentre è certo che durante il medioevo apparteneva al Giudicato di Torres, nella Curatoria di Anglona. In seguito passò ai genovesi Doria. L'origine del toponimo Erula è incerto ma esistono varie ipotesi: una delle più conosciute è l'assonanza derivata dal nome della pianta Ferula. Potrebbe derivare anche dal nome del demone latino Erulus.
 

I MONUMENTI

I siti archeologici: Nel territorio di Erula sono presenti numerosi nuraghi.

Uno dei più conosciuti è sicuramente Il nuraghe Ispiene noto per il ritrovamento, fatto nel 1925 dall'archeologo Antonio Taramelli, di una navicella nuragica bronzea. Il reperto è uno dei più grandi nel suo genere ed è anche uno tra i più belli ritrovati in Sardegna. Attualmente è conservato nel Museo archeologico nazionale di Cagliari.

Nuraghe Ispiene - Fotografie di Silvia Brundu
 
 
 
 
 
 
Gli altri nuraghi presenti sono: Il nuraghe Sotgiu, Il nuraghe Erula, il nuraghe Basile, il nuraghe Sa toa, il nuraghe Puligosu, il nuraghe Nugareddu e il nuraghe Giacone, e il nuraghe Pubatta.
Nuraghe Pubatta - Fotografie di Silvia Brundu
 
Troviamo anche due Domus de Janas, quella di Fustilalzos e di Bulgunis.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Domus de Janas di Fustilalzos - Fotografie di Silvia Brundu

I monumenti: oltre alla Chiesa parrocchiale consacrata nel 1932 con il titolo "Nostra Signora del Sacro Cuore" e eretta a parrocchia nel 1963 con il titolo "Cuore Immacolato di Maria";

Chiesa Cuore Immacolato di Maria - Fotografie di Silvia Brundu

 

sono presenti anche due chiese campestri: sulla strada provinciale in direzione Chiaramonti, nella frazione di San Giuseppe, troviamo la chiesa dedicata a "San Giuseppe lavoratore".

Chiesa di San Giuseppe - Fotografia di Silvia Brundu

 
Mentre sulla strada provinciale in direzione Tula, nella frazione di Sa Mela, troviamo la chiesa dedicata a "San Giovanni Battista".
 

Chiesa di San Giovanni Battista - Fotografia di Silvia Brundu

Altra particolarità sono le statue di pietra della Via Crucis, scolpite in occasione del Simposio Regionale di Scultura quando, nel periodo estivo, per diversi giorni le strade del paese si animano di artisti che scolpiscono la pietra.

 

Alcune stazioni della Via Crucis - Fotografie di Silvia Brundu

 

SAGRE E SPETTACOLI

1 maggio: San Giuseppe.
Ultima domenica di Maggio: Cuore Immacolato di Maria, festa patronale.
24 giugno: San Giovanni Battista.
Luglio: Sagra della salsiccia.
Estate: Simposio Regionale di Scultura.
Ottobre/novembre: Festa della madonnina e dei giovani.
 

Per tutti i testi e le informazioni sono stati consultati i seguenti siti:
http://www.galanglonaromangia.it/comune_erula_sardegna_gal_anglona_romangia.php
http://www.comunedierula.it/
http://www.comunas.it/erula/
https://it.wikipedia.org/wiki/Erula
 

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